C'è un pane italiano che sta scomparendo e nessuno sembra accorgersene
Lo sdramèl, un pane italiano tipico del Trentino Alto Adige, sta scomparendo: ecco cosa succede e perché è uscito dalla produzione.
Molto probabilmente, in pochi conoscono lo sdramèl ed è ancora più probabile che in futuro nessuno avrà idea di cosa sia. È una delle trecento varietà di pane italiano, ma sta pian piano scomparendo nell’indifferenza generale e il motivo, a essere onesti, è assurdo. Un peccato per la gola, ma anche una perdita ‘storica’ di un certo livello.
Perché lo sdramèl sta scomparendo
Sicuramente, il pane più famoso d’Italia è quello di Altamura, che tra l’altro dovrebbe ottenere presto il riconoscimento di patrimonio Unesco. Tuttavia, tra pagnotte, sfilatini e panini, abbiamo circa 300 tipologie diverse in tutto il Paese. Alcune sono molto simili, altre completamente diverse, ma possiamo dire che i prodotti di panificazione sono una delle nostre tradizioni culinarie più radicate. Eppure, c’è una varietà che sta scomparendo nell’indifferenza generale, lo sdramèl.
Non parliamo di un pane qualsiasi, ma di una specialità che ha anche un certo valore storico. Sembra, infatti, che lo sdramèl abbia sfamato quanti parteciparono al Concilio di Trento (tra le 200 e le 300 persone, dal 1545 al 1563), nonché migliaia di trentini. Pur non esistendo una ricetta fissata né un disciplinare, così come un’attestazione storica del termine sdramèl nei repertori ufficiali, questo prodotto di panificazione ha sempre avuto un ruolo importante nella dieta degli abitanti locali.
Tutto ciò, però, non è bastato per garantirgli un posto in prima fila nei forni di Trento. Stando a quanto riferisce il Gambero Rosso, questo filoncino rustico sta pian piano sparendo dalla città. La dimostrazione arriva dal Forno Urbano, che ha deciso di non metterlo più in produzione. Il titolare e panificatore Thomas Violi ha spiegato che per lui "era semplicemente una baguette, niente di più".
Non solo, ci ha tenuto a sottolineare che nel suo locale la produzione di sdramèl è sempre stata molto limitata, circa dieci pezzi al giorno. Forse è anche per questo che quando ha scelto di non sfornarlo più non ha pensato a una grande perdita. Ma perché ha preso questa decisione? Stando a quanto si coglie, il motivo è da ricollegare alla grandezza del pane e al posto che occupava sia in cottura, nel forno, che sul bancone della vendita.
Com’è fatto lo sdramèl
Siamo pronti a scommettere che se non avete mai visto lo sdramèl, viste le motivazioni della sua uscita dalla produzione, starete immaginando una pagnotta ingombrante. La realtà è molto diversa, visto che, nella forma, è simile alla baguette. Uno sfilatino lungo 50/60 centimetri, talvolta sfornato anche nella versione mini (in questo caso si chiama sdramelot), dall’aspetto molto più rustico del tipico pane francese.
Per quanto riguarda la ricetta, come già sottolineato, non ce n’è una ufficiale, ma sappiamo che oltre a farina, acqua, lievito e sale, viene utilizzato anche l’olio extravergine d’oliva. Una delle sue particolarità, oltre alla forma lunga e alla croccantezza della crosta, riguarda la vendita: il prezzo non va mai al peso, ma al pezzo. Considerando che sta scomparendo sarebbe il caso di parlare al passato, ma vogliamo illuderci che lo sdramèl possa trovare nuovo spazio nei forni trentini.