C'è un ristorante con uno chef AI: ma cosa ci si deve aspettare davvero?
Presto gli chef in carne e ossa potrebbero essere sostituiti da colleghi AI: ha aperto il primo ristorante 'guidato' dall'intelligenza artificiale e i clienti gradiscono.
Andreste mai a mangiare in un ristorante con chef AI? Se pensate che sia un’idea troppo futuristica, sappiate che c’è già un locale del genere e i clienti, nonostante i prezzi neanche troppo accessibili, sono pure parecchio soddisfatti.
Dove si trova il ristorante con chef AI
Ormai l’intelligenza artificiale la troviamo ovunque, perfino al ristorante. I camerieri-robot sono superati, adesso dobbiamo anche abituarci allo chef AI. Sì, avete letto bene: a ideare i piatti non ci sono colleghi di Antonino Cannavacciuolo, Carlo Cracco o Giorgio Locatelli, ma un vero e proprio automa.
Il ristorante in questione si chiama Woohoo e non poteva che trovarsi nella supertecnologica Dubai. Fortunatamente è il primo locale al mondo guidato da un cuoco di intelligenza artificiale e, in cuor nostro, speriamo che sia anche l’ultimo. Tanta reticenza, visto che parliamo di cibo e siamo in Italia, patria del buon mangiare, è più che giustificata. Ma, per spiegare ancora meglio la nostra posizione, dobbiamo darvi qualche informazione in più.
Immaginate di entrare in un ristorante e di essere accolti direttamente dallo chef. Fin qui nulla di male, se non fosse che il cuoco, piuttosto che indossare la classica divisa ed essere in carne e ossa, è un ologramma proiettato su un grande cilindro che domina al centro della stanza. Biondo e con occhi schermati da visori tech, si presenta: il suo nome è Aiman. In un mondo normale, basterebbe questa accoglienza per girare i tacchi e tornarsene a casa.
La cucina dello chef AI
Se l’accoglienza dello chef AI non vi ha ancora scoraggiato, andiamo avanti. Il grande cilindro centrale, lo stesso che ‘ospita’ Aiman, offre anche proiezioni dei piatti che si possono mangiare, con tanto di descrizione. Questo è necessario perché il cuoco crea le sue ricette basandosi su migliaia di preparazioni e anni di ricerca nel campo della gastronomia molecolare.
Ovviamente, l’automa è ben addestrato, tanto che riesce perfino a immaginare abbinamenti e tecniche di preparazione. Ed è proprio sulla pratica che casca l’asino. Lo chef AI, infatti, non è progettato per cucinare, ma solo per progettare. Ergo, ci sono uomini in carne e ossa (per fortuna, aggiungiamo) che hanno il compito di preparare ciò che il cuoco comanda.
È bene sottolineare che le persone, quelle vere, hanno anche un altro dovere: correggere il gusto, magari aggiungendo il sale o modificando eventuali ‘sbavature’. Pertanto, la brigata è addetta pure all’assaggio.
Cosa si mangia e quanto costa
Il menù di Woohoo è ampio, d’altronde la conoscenza dell’intelligenza artificiale è infinita, almeno così dicono, ma c’è solo un piatto che, a oggi, ha fatto parecchio scalpore. È la tartare di dinosauro, che è ovviamente una ricostruzione "basata sul DNA dell’animale". Quindi, non è altro che una combinazione di carni crude, ma la ricetta è top secret. Il prezzo? 50 euro.
I clienti sembrano apprezzare, definendola "una sorpresa assolutamente deliziosa", ma alcuni chef veri hanno già bocciato Aiman. Lo stellato Mohamad Orfali dell’Orfali Bros, numero 1 nella classifica dei 50 Best Restaurants del Medio Oriente, ha così espresso la sua posizione all’AFP: "Uno chef AI non esiste. In cucina serve nafas, l’anima del cuoco. L’intelligenza artificiale non ha né sentimenti né ricordi". Non possiamo che essere d’accordo con lui facendogli un lungo, lunghissimo applauso.