Il decaffeinato non è davvero senza caffeina, e questi sono i motivi

Se consumate il decaffeinato convinti che sia un caffè privo di caffeina vi state sbagliando: la caffeina c'è, eccome.

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Primo piano di una tazzina di caffe espresso

Quasi tutte le persone che ordinano un decaffeinato al bar o lo acquistano per consumarlo comodamente a casa sono convinte di bere un espresso privo di caffeina. La realtà, però, è molto diversa e il famoso "deca" non è neanche così sano come tanti sostengono, o meglio lo è soltanto se si scelgono prodotti di un certo tipo.

Il caffè decaffeinato contiene caffeina

Se siete tra coloro che sono convinti che il decaffeinato sia privo di caffeina, ci dispiace dirvi che non è affatto così. Sicuramente ne contiene meno, molto meno dell’espresso classico, ma è bene sapere che l’alcaloide naturale presente nella pianta del caffè non viene neutralizzato da alcun processo. Ma, procediamo per gradi.

Prima della tostatura, i chicchi di caffè vengono decaffeinizzati tramite un processo che varia in base alla scelta del produttore. A oggi, i metodi accettati perché considerati sicuri per i consumatori sono tre: con solventi, con anidride carbonica e ad acqua. Quest’ultimo è quello più naturale in assoluto, seguito dal metodo con CO₂ e, infine, da quello con i solventi.

La decaffeinizzazione è un processo molto delicato e costoso, che pur non riuscendo a rimuovere il 100% della caffeina permette di lasciare intatte tutte le altre caratteristiche del caffè, compreso il profilo aromatico. Bisogna considerare che una tazzina di espresso classico contiene tra i 60 e gli 80 mg di caffeina, mentre un deca tra i 2 e i 5 mg.

È bene sottolineare che, per legge, in Europa si può definire decaffeinato solo se contiene meno dello 0,1% di caffeina nei chicchi torrefatti e meno dello 0,3% nei solubili.

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Caffè che esce dalla macchinetta del bar

Il deca fa male?

Appurato che il decaffeinato è un caffè con poca caffeina e non un espresso privo di caffeina, vale la pensa soffermarsi sui benefici che apporta. Grazie alla presenza dei flavonoidi, protegge il fegato dai danni dei radicali liberi, ma è anche un ottimo antiossidante. Secondo alcuni studi è addirittura in grado di prevenire l’insorgenza del diabete di tipo 2, di stimolare alcune aree del cervello rallentando la progressione del Parkinson, di favorire la digestione e di contrastare il mal di testa.

Infine, è ipocalorico e può essere assunto pure da persone che hanno problemi di cuore o disturbi del sonno. Visti tutti questi pregi, è normale pensare che il decaffeinato sia una specie di elisir di benessere, ma la realtà un po’ diversa, o meglio è necessaria una precisazione. In linea di massima, il deca non fa male, ma bisogna assolutamente scegliere prodotti certificati e informarsi sui metodi di produzione, così da godersi una tazzina in tutta tranquillità.

Le alternative al caffè

Se per motivi di salute, per gusto o per altro siete alla ricerca di un sostituto del caffè che sia del tutto privo di caffeina, ormai avete capito che il deca non fa per voi. Sicuramente, l’alternativa più sana, che non a caso viene servita anche in ospedale, è l’orzo, ma si possono scegliere pure il caffè di cicoria, quello di tarassaco o il ginseng. Sempre con scopo energizzante, poi, consigliamo di prendere in considerazione il tè matcha, un vero e proprio elisir di benessere.

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