Nella classifica dei migliori liquori alle erbe ci sono anche 5 italiani

Il settore dei liquori italiani ottiene un importante riconoscimento: nella classifica dei 10 migliori "amari" al mondo, 5 etichette sono italiane.

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Versare liquore alle erbe nel bicchiere

Ogni regione d’Italia vanta liquori alle erbe molto apprezzati, ricette che si tramandano di generazione in generazione, ma pochi sanno che alcune di queste bottiglie sono amatissime anche nel resto del mondo. Il Belpaese ha conquistato ben cinque posizioni nella classifica dei 10 migliori "amari" in tutto il pianeta.

Migliori liquori alle erbe: la classifica 2025

La celebre guida TasteAtlas ha stilato una classifica 2025 dedicata ai migliori liquori al mondo e il risultato ci inorgoglisce particolarmente. Nella top 10, infatti, troviamo ben cinque etichette italiane. Parliamo di "amari" che vengono serviti nei bar, nei ristoranti e in tutti gli altri locali dello Stivale, che sono riusciti a farsi apprezzare anche da coloro che hanno tradizioni gastronomiche molto lontane da quelle nostrane.

Ratafia catalana

Partiamo dalla decima posizione, dove troviamo la Ratafia tipica della Catalogna, in Spagna. Un liquore che ha origini antiche, a base di noci verdi macerate nell’aguardiente, arricchito da frutta ed erbe. Particolarmente aromatico, prevede tanti altri ingredienti: erba luigia, cannella, chiodi di garofano, noce moscata, scorze di agrumi, alloro, camomilla e finocchio.

La ratafia deve maturare per almeno tre mesi all’interno di botti di rovere e ha una gradazione alcolica massima del 30% vol. Con un gusto denso e sentori di frutta secca ed erbe, viene servita liscia o con ghiaccio, come aperitivo, digestivo o insieme a dolci e frutta secca.

Amaro Montenegro

La prima etichetta italiana, bolognese per la precisione, la troviamo al nono posto. Si tratta del Montenegro, un amaro nato nel lontano 1885 dal genio di Stanislao Cobianchi, che lo dedicò alla principessa Elena del Montenegro in occasione del suo matrimonio con Vittorio Emanuele III nel 1896.

Il Montenegro si ottiene con l’unione di ben 40 erbe diverse provenienti da quattro continenti. La ricetta, ovviamente, è segreta, ma tra gli ingredienti ci sono: arance, assenzio, chiodi di garofano, cannella e noce moscata. In Patria viene consumato soprattutto come digestivo o correzione del caffè, ma da qualche tempo è parecchio gettonato pure all’interno dei cocktail.

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Bicchiere di liquore

Amaro Bràulio

Ottava posizione per un’altra bottiglia nostrana, l’amaro Bràulio originario di Bormio, in provincia di Sondrio, nel cuore della Valtellina. Creato nel 1875 dal chimico Francesco Peloni, si ottiene dall’infusione di erbe e radici alpine tipo genziana, achillea, assenzio e bacche di ginepro in alcool. Il liquido viene poi mescolato ad acqua di sorgente e zucchero e fatto maturare per due anni in botti di rovere.

Amaro Lucano

Al settimo posto troviamo ancora un’eccellenza made in Italy, il celebre Amaro Lucano di Pisticci, in provincia di Matera. Creato nel 1894 dal pasticcere Pasquale Vena, è diventato famoso quando Casa Savoia ne chiese una fornitura ufficiale. Non a caso, lo stemma reale è ancora oggi impresso sulla bottiglia. Prodotto con oltre 30 botaniche, come assenzio, salvia, genziana, angelica, arancia amara e ruta, ha una gradazione del 28% vol. Solitamente, si serve liscio e ben freddo o con ghiaccio. Ultimamente, ha preso piede pure come ingrediente di cocktail e long drink.

Tentura

Per il sesto posto della classifica ci spostiamo a Patrasso, in Grecia, dove nasce Tentura. Un liquore che si ottiene dall’infusione del brandy o del rum con erbe e spezie, tra cui la cannella, i chiodi di garofano e la noce moscata. Liscio o con ghiaccio, l’amaro si consuma soprattutto come digestivo o aperitivo. Talvolta, compare anche tra gli ingredienti di ricette tipiche.

Strega

Torniamo in Italia, dove Strega di Benevento ha conquistato la quinta posizione. Un amaro legato a racconti magici e tradizionali della città che l’ha visto nascere, a base di un mix di oltre 70 erbe diverse, diventato talmente famoso che ha prestato il suo nome a un importante premio letterario. Per tradizione, chi vince lo Strega deve bere un bel bicchierino.

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Bicchieri con liquore Strega

Chartreuse

Andiamo in Francia, precisamente a Saint-Pierre-de-Chartreuse, per il Chartreuse che ha conquistato il quarto posto. Secondo la tradizione, all’inizio del XVIII secolo, il monastero della Grande Chartreuse ricevette un antico manoscritto con la ricetta del liquore, ma non fu facile decifrarla. Per arrivare all’amaro che si consuma oggi, a base di 130 erbe e in due versioni (verde più forte e gialla più leggera), ci sono voluti più di cento anni.

Amargo Ombrero

La terza posizione è andata all’Amargo Ombrero di Rosario, in Argentina. Liquore della classe popolare, nato nel 1887 proprio in risposta ai drink che erano appannaggio solo dei ricchi, solitamente si consuma con acqua tonica, Coca Cola o succo di pompelmo. Il motivo? Per smorzare un po’ il suo gusto piuttosto amaro, un po’ come la vita del ceto che rappresenta.

Averna

Per il secondo posto torniamo in Italia, precisamente a Caltanissetta, dove l’Averna affonda le sue radici. Si racconta che l’omonima famiglia che poi ha dato il nome al liquore abbia ricevuto la ricetta nel 1868 da un monaco benedettino dell’abbazia di Santo Spirito. Anche se gli ingredienti sono ancora oggi segreti, si dice che sia composto da un mix di 60 erbe diverse, sapientemente mescolate con oli essenziali di limoni amari.

Goldwasser

Nella classifica 2025 dei migliori liquori del mondo, il primo posto è andato al Goldwasser di Danzica, in Polonia. L’amaro, il cui nome si traduce con acqua d’oro, è nato alla fine del XVI secolo, quando l’olandese Ambrose Vermollen ha avuto la geniale idea di mescolare 20 erbe con radici e aggiungere scaglie di metallo prezioso.

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