Clorato: cos'è, come viene usato nelle bibite e perché fa male alla salute
Il clorato è pericoloso, sia per i grandi che per i bambini: ecco cos'è e a cosa dovete fare attenzione.
Si sente spesso parlare di clorato in relazione ad alcune bibite in lattina, ma sapete cos’è? Innanzitutto, è importante sapere che stiamo parlando di composti chimici che fanno male alla salute, per cui bisognerebbe tenerli alla larga. Vediamo come viene usato, in quali bevande possiamo trovarlo e quali sono i danni che arreca all’organismo umano.
- Cos'è il clorato e perché si usa
- Quali sono le bevande con clorato
- Clorato nelle bibite: i rischi per la salute
Cos’è il clorato e perché si usa
Ultimamente il clorato è tornato alla ribalta perché sono state ritirate dal mercato migliaia di lattine e bottiglie di vetro di Coca Cola. Ma sapete cos’è? È importante esserne consapevoli, così da tenersene alla larga. Ma, procediamo con ordine. I clorati sono dei composti chimici a base di cloro, noto agente agente ossidante, sbiancante e disinfettante che si usa anche a livello industriale per disinfettare gli alimenti o l’acqua.
Solitamente, quando si parla di clorati si fa riferimento ai sali dell’acido clorico, al clorato di sodio o al clorato di calcio. Secondo l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA), che regola la loro presenza sui cibi, la dosa giornaliera tollerabile è pari a 3 microgrammi per kg di peso corporeo al giorno. Ovviamente, la posologia si riferisce agli adulti.
È necessaria una distinzione tra esposizione al clorato, se cronica e acuta. Entrambe comportano rischi per l’essere umano, ma nel primo caso a rimetterci sono soprattutto i bambini fino ai 10 anni d’età, nei quali si possono verificare carenze di iodio, lievi o moderate. Nel secondo caso, invece, nessuno è immune e si rischia l’insufficienza renale.
Quali sono le bevande con clorato
Considerando che il clorato viene utilizzato sia nei cibi che nelle bevande, ma che la quantità massima tollerabile è stabilita dall’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare possiamo stare tranquilli. In situazioni di potenziale pericolo, come nel recente caso della Coca Cola, le lattine e le bottiglie di vetro vengono subito ritirate dal mercato. Nel caso del brand americano, nel mirino sono finite anche altre bibite: Sprite, Fanta, Minute Maid, Fuze Tea, Nalu, Royal Bliss e Tropico.
Ad oggi, secondo l’EFSA, la fonte principale di clorati sono gli alimenti e l’acqua potabile, che rappresentano il 60% dell’esposizione cronica al composto chimico. Questo perché le sostanze clorate vengono impiegate per diversi scopi: trattamento delle acque, disinfezione dei macchinari alimentari o di frutta e verdura e per processi industriali tipo il candeggiamento della cellulosa.
Clorato nelle bibite: i rischi per la salute
Controllare l’assunzione di clorato è pressoché impossibile, ma è importante limitare al massimo l’esposizione, ovviamente quella di cui si può essere a conoscenza. Ad esempio, visto che ormai è risaputo che le bibite in lattina non sono un toccasana, eliminarle dalla dieta è una scelta saggia. In ogni modo, essere consapevoli dei rischi è già un buon punto di partenza, specialmente se si hanno bambini piccoli. Nei più piccoli, infatti, un’assunzione a lungo termine può comportare una carenza lieve o moderata di iodio.
Se l’esposizione è acuta, invece, non si salvano né grandi né piccini. I clorati sono dannosi e nocivi per i reni in quanto influenzano negativamente la capacità del sangue di assorbire l’ossigeno. In altre parole, possono causare insufficienza renale.