Inzuppare il cibo in acqua di mare può farti stare molto male: il trend social da evitare

Inzuppare il cibo in acqua di mare è pericoloso, anche se prima di farlo bollite l'acqua per depurarla: ecco i rischi che si corrono.

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Un uomo porta un cestino di cozze verso il mare

Con la bella stagione, sui social arrivano puntuali contenuti in cui le persone si mostrano mentre immergono il cibo in acqua di mare. Qualcuno lo fa perché si tratta di un trucchetto culinario tramandato di generazione in generazione, altri per semplice emulazione o per aderire all’ennesimo trend. Eppure, questo gesto all’apparenza innocuo è molto pericoloso.

Perché inzuppare il cibo in acqua di mare è pericoloso

Le tendenze social non sempre sono positive, anzi possiamo tranquillamente ammettere che nella maggior parte dei casi sono dannose o potenzialmente nocive. Tra creator che inneggiano alla magrezza estrema e altri che suggeriscono diete iper proteiche, negli ultimi tempi si notano sempre più persone che immergono il cibo in acqua di mare. Un gesto all’apparenza innocuo, che parla di libertà e spensieratezza, caratteristiche tipiche dell’estate.

Eppure, dietro a questo ennesimo trend social ci sono pericoli che non si possono ignorare. Dalla frisella alla burrata, passando per l’acqua di mare utilizzata per cucinare qualunque cibo: sui social si può trovare di tutto. Quanti sostengono che sia un gesto che arriva dal passato non hanno torto, specialmente se vivono nelle zone costiere della nostra bella Italia, ma non per questo si tratta di una pratica innocua, anzi.

Oggi l’acqua di mare è molto più inquinata rispetto a tanti anni fa e, come dimostrano centinaia di studi, è un ricettacolo di batteri, escrementi, contaminazioni, micro-particelle di plastica e chi più ne ha ne metta. Immergervi il cibo, quindi, equivale a ingurgitare sostanze dannose per l’organismo. Bisogna sempre considerare che nei nostri mari ci sono tre tipologie di inquinanti: organiche, inorganiche e batteriche.

Parliamo, ad esempio, di: derivati del petrolio (frutto di riversamenti accidentali, scarichi illegali, motori dei mezzi di navigazione, lavaggi errati, etc.), metalli pesanti, sostanze chimiche e microplastiche. Tutto ciò, come conferma la scienza, è cancerogeno e tossico.

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Piatti invitanti con il mare sullo sfondo

Si può usare l’acqua di mare per cucinare?

Appurato che immergere il cibo in mare è pericoloso, siamo pronti a scommettere che una ‘soluzione alternativa’ sta balenando nella vostra testa: bollire l’acqua prima di usarla, così da depurarla. Qualcuno lo fa da sempre, magari durante una gita in barca, con la convinzione che portare a ebollizione l’acqua equivalga a scongiurare ogni rischio, ma si tratta di un pensiero sbagliato.

È vero che il calore abbatte gli inquinanti batterici, ma dipende sempre dal tipo di batterio e dalla temperatura con cui si sta cuocendo. Ergo: non basta scaldare l’acqua per essere certi di non correre rischi. Ecco perché in commercio si trova l’acqua di mare depurata, utilizzata spesso dai grandi chef per dare ai piatti quel tocco di salinità che si perde con l’acqua dolce.

Prima di essere messa in vendita, l’acqua di mare viene ultrafiltrata, così da eliminare ogni tipo di impurità (microplastiche comprese), e insufflata d’aria, in modo da sfruttare l’ossigeno per un’ulteriore depurazione. Infine, viene messa in contenitori sterili per evitare la contaminazione incrociata.

In conclusione, se proprio volete inzuppare il cibo in acqua di mare vi conviene acquistare un prodotto depurato, l’unico in grado di mettervi al riparo dall’ingestione di sostanze tossiche e cancerogene.

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