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Festa della Castagna 2016 ad Ascrea

Castagne e vino rosso a due passi dal lago del Turano, così Ascrea saluta l’arrivo di novembre
 
“Vino e marroni bisogna goderli nelle loro stagioni”, recita un antico proverbio. Lo sanno bene nel Cicolano, dove quello che oggi rappresenta lo sfizio tipico del periodo autunnale è stato per tanti secoli una delle principali fonti di sostentamento per intere generazioni di contadini. Non a caso, in questo tratto incontaminato della provincia di Rieti, la castagna è ancora parte integrante della tradizione gastronomica locale ed è nota anche come “il cereale che cresce sull’albero”, per le sue proprietà che la rendono una valida alternativa al riso e al frumento, nonché per la sua versatilità in cucina. Ecco quindi che la Festa della Castagna, in programma martedì 1 novembre nello splendido borgo di Ascrea, non rappresenta solo un gustoso appuntamento enogastronomico, quanto piuttosto un viaggio all’indietro alla riscoperta di un passato contadino che da queste parti è ancora più vivo che mai.
Non sembri azzardato l’accostamento fra la festa di Ognissanti e quella della Castagna, giunta ormai alla sesta edizione: da queste parti, in un passato non troppo lontano, un buon raccolto di castagne nel mese di ottobre rappresentava una garanzia per l’imminente stagione invernale. Intorno al paese che domina da 700 metri di altezza il lago del Turano, i castagneti abbondano nelle campagne incontaminate e in particolare nel suggestivo “Bosco dell’Obito”, che i locali chiamano “Jovetu”; qui si raccoglie una particolare varietà di questo frutto, la castagna rossa del Cicolano, che nella splendida cornice di piazza Mareri – all’interno di una grande tensostruttura coperta, riscaldata e animata da spettacoli musicali dal vivo  – sarà servita nella classica versione arrostita insieme ad altre prelibatezze locali e al vino rosso della zona.
Ad attendere i visitatori – che potranno usufruire anche di un comodo bus navetta – sarà dunque un imperdibile appuntamento con sapori genuini e antiche tradizioni, all’interno di un piccolo borgo abitato da poco più di 300 persone che conserva al suo interno le tracce dell’antico castello e le mura della chiesa annessa sulla cui porta figura lo stemma dei Mareri, i conti ai quali fu venduto nei primi del ‘400. Il paese regala una vista mozzafiato sul lago del Turano e chi volesse trascorrere qualche ora in più da queste parti potrà andare alla scoperta dell’omonima Valle, che in questo periodo inizia a colorarsi delle splendide tinte autunnali: un tempo coltivata, è ora occupata da un grande lago artificiale realizzato nel 1939 attraverso la costruzione di una grande diga sull’omonimo fiume e collegato da una galleria al vicino Lago del Salto.

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