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Sagra delle sagne alla molenara

Con la Sagra delle sagne alla molenara, Cittaducale celebra la sua ricetta più antica
 
Una ricetta ancora più antica del borgo fondato nel 1308 da Carlo d’Angiò, uno dei gioielli meglio conservati della provincia di Rieti: tra storia e leggende, gastronomia e tradizioni di una volta, sabato 20 agosto Cittaducale torna ad aprire le sue porte per la Sagra delle “Sagne alla Molenara”. Da ben 10 anni ormai, la manifestazione di punta dell'Agosto Angioino – che propone un ricco programma di eventi dal 6 agosto al 17 settembre –  celebra questo primo piatto povero e gustoso, con la sfoglia tirata a mano dalle esperte massaie civitesi e condite con un sugo di pomodoro, aglio, olio, persa (maggiorana), timo selvatico e peperoncino; una ricetta le cui origini si perdono nella notte dei tempi, nel periodo in cui la media Valle del Velino, molto ricca di sorgenti che sgorgavano dalle pendici del Terminillo, contava numerosi mulini ad acqua per la macina del grano.
E proprio in questi piccoli caseggiati, secondo la tradizione, sono nate le Sagne che hanno preso il nome di colui che macinava il grano per farne farina, il mugnaio o molinaro, ovvero il manovratore della mola; una figura antica e affascinante che doveva anche provvedere al proprio sostentamento con pasti frugali, rapidi e che non richiedessero grandi spazi: ecco quindi nascere le Sagne preparate, oggi come allora, senza matterello, senza spianatora e senza coltello, e condite con ingredienti semplici e genuini.
Un passato che ritornerà a vivere come per magia il 20 agosto quando, in occasione del 10° anniversario della sagra, la ProLoco Cittaducale riaprirà i vecchi mulini del territorio organizzando delle visite guidate; e se dalle 19 inizierà la distribuzione delle “Sagne alla Molenara”, la serata si concluderà con il concerto di Roberto Pambianchi in omaggio a Lucio Battisti. Sarà insomma una serata imperdibile per calarsi appieno nei sapori e nelle tradizioni di una volta, e per scoprire al contempo uno dei borghi più suggestivi del Lazio. Dolcemente adagiata sul Colle di Cerreto Piano, Cittaducale conserva al suo interno la Cattedrale di Santa Maria del Popolo, la Torre Angioina e i numerosi edifici nobiliari, dal Palazzo Vescovile a Palazzo Dragonetti, fino a Palazzo Caroselli, attuale sede del Comune, e rappresenta un mirabile esempio di città fortezza tardo medievale: “Civita Ducale” – così chiamata in onore del principe ereditario Roberto, Duca di Calabria – fu infatti il risultato di un particolare progetto urbanistico, con l’abitato tagliato in due da un’unica strada principale che conduce nell’ampia e suggestiva piazza centrale. E proprio a questo glorioso periodo storico sarà dedicata la rievocazione “Civita Ducale – Città del Duca Roberto D’Angiò” in programma il 3 e 4 settembre, con il corteo in abiti d’epoca, il “Palio dei Quarti” e le Cantine Civitesi aperte per l’occasione.

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