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La dieta vegan

La cucina vegan, nata nel 1944 come estremizzazione dei principi della cucina vegetariana, vieta completamente il consumo di alimenti di provenienza animale, inoltre costituisce un vero e proprio stile di vita che regola in diverse occasioni le azioni di coloro che aderiscono a questa filosofia. La dieta vegan

Nel corso degli anni molte sono state le diete nate dagli studi degli esperti, diete che hanno avuto una maggiore o minore fama nel mondo e che si sono rivelate più o meno efficaci.

Oltre queste diete ne esistono alcune particolari che, oltre ad interessare il nostro fisico, coinvolgono grandemente anche la nostra mente chiedendole di operare dei cambiamenti anche profondi nel modo di considerare il mondo intorno a noi.

Tra queste diete possiamo citare la dieta Dukan, quella vegetariana e, forse tra le diete che attualmente sta incontrando sempre più il favore della gente, la dieta vegan.

Nata attorno al 1944 in Inghilterra ad opera di Donald Watson, che con alcuni conoscenti decisero di fondare la Vegan Society, questa particolare dieta abbraccia i fondamenti della dieta vegetariana estremizzandone però alcuni aspetti, e cioè eliminando del tutto dal piatto ogni alimento di origine animale.

Watson da ragazzo lavorò per qualche tempo nella fattoria dello zio, e rimase sconvolto ad assistere alla macellazione di alcuni maiali, questo episodio fece maturare in lui la decisione di adottare in un primo tempo lo stile di vita vegetariano e successivamente, nell’età matura, a creare una nuova corrente di pensiero che ripettasse gli animali evitando ogni forma di consumo di alimenti ricavati direttamente o indirettamente dagli animali.

E’ chiaro a questo punto l’aspetto etico di questa dieta, chiamata “vegan” dalle prima e ultime lettere del termine “vegetarian” a voler così rappresentare l’inizio e la fine del vegetariano.

Successivamente il crescente numero di persone che aderirono ai principi di questa dieta fecero sì che si diffondesse prima negli Stati Uniti e poi, con la nascita della American Vegan Society, nel resto del mondo, convertendo sempre più gente ai principi etici di questa dieta.

Oggi la dieta vegan è diffusa al punto che è nata, negli Stati Uniti, un’associazione che rifornisce di cibi vegan coloro che si trovano in carcere.

Secondo una dichiarazione della Vegan Society del 1951 la dieta Vegan è “la dottrina secondo la quale l’uomo dovrebbe vivere senza sfruttare gli animali” e conseguenente più che una dieta è “un principio, del quale le pratiche sono una logica conseguenza”.

Questa filosofia di vita fa sì che dalla dieta di un vegan vengano esclusi non solo carne e pesce, ma anche tutti quei prodotti che derivano dagli animali quali latte, prodotti caseari, uova, miele, gelatina animale, colla di pesce, caseina, siero di latte, caglio.

Poichè si è detto che non si parla di una semplice dieta ma di uno stile di vita, fra i prodotti di uso quotidiano sono banditi pellicce, pelle, lana, seta, lanolina, cera d’api e addirittura il rosso carminio, colorante prodotto a partire da un insetto, la cocciniglia e la gommalacca, secrezione dell’insetto Kerria lacca.

Negli Stati Uniti i vegani costituiscono mediamente attorno all’1% della popolazione, nel regno Unito tale percentuale è decisamente più bassa, attestandosi attorno allo 0,3% mentre in Italia si stima che i vegan siano poco più di 600mila.

Prima di ilustrare i cibi consentiti da una dieta vegan, dobbiamo precisare che grande importanza viene data anche ai prodotti utilizzati, come ad esempio sono da evitare la farina 00 e lo zucchero bianco, preferendo al loro posto utilizzare farine integrali e dolcificanti naturali, inoltre i cibi dell’alimentazione vegana non devono essere stati sottoposti a pastorizzazione e devono provenire da agricoltura biologica.

Questo insieme di regole rende a volte difficile reperire nei supermercati gli alimenti necessari e richiede il ricorso a negozi specializzati ed erboristerie, mentre molto diffuso è l’utilizzo di surrogati della carne e del pesce, che trovano nel tofu e nel seitan la naturale risposta anche per la particolare consistenza di questi prodotti, molto simile a quella degli alimenti vietati, e che li rende di fatto utilizzabili nelle ricette che prevedono l’utilizzo di carne o pesce.

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